Concerti gratuiti
Ho visto il lupo, la volpe, la lepre ballare, così recita il testo di un’antica ballata provenzale. In questo caso vuol presentare un ensemble di musicisti intenti a compiere un viaggio tra la musica antica e i repertori colti e folklorici di tradizione italiana ed europea. Muovendosi tra i più famosi temi del basso continuo europeo, le tarantelle tradizionali e le danze di corte rinascimentale, si fondono sonorità distanti, connotate però da una chiara matrice popolare e accomunate dalla forza della pulsione ritmica, dall’energia della danza. Superando i confini temporali e le pretese filologiche l’affiatato Ai vis lo Lop ricerca continuamente sonorità nuove, divertendosi a rimescolare le carte, creando un suggestivo percorso musicale.
Alessandro de Carolis - flauti dolci, traversa
Lorenza Maio - violino, flauti dolci
Carmine Scialla - chitarra battente
Antonino Anastasia - percussioni
La musica degli A Filetta è un viaggio... Si potrebbe dire che è una proposta vocale polifonica contemporanea, impegnativa, audace, nata da una possente tradizione orale.
Il viaggio è cominciato nel 1978 quando un gruppo di giovanissimi - a volte adolescenti - guidato da un forte desiderio di contribuire alla conservazione di un patrimonio orale in pieno declino – si è messo in cammino... la strada è stata lunga, a volte tortuosa ma segnata da scoperte e da incontri eccezionali. I cantanti affermano con convinzione che gli "incontri" fanno parte del loro DNA musicale. Questo probabilmente spiega perché non abbiano voluto limitare il loro viaggio al perimetro delle loro radici: partendo dalle sponde di una tradizione ereditata, si sono molto rapidamente aperti ad altri territori, altre discipline, altri artisti (esecutori, compositori, registi, coreografi). Il repertorio prodotto oggi da questo sestetto vocale è il riflesso fedele del suo cammino dall'inizio degli anni Ottanta: una traiettoria che delinea un movimento iniziato in un'oralità laica e che si afferma nei meandri di una scrittura liberata da tutti gli obblighi filiali; un repertorio di canti sacri e profani con influenze diverse, composto da musiche per film, come quelli di Bruno Coulais, composizioni per le coreografie di Sidi Larbi Cherkaoui, estratti dal coro di un'antica tragedia o di brani di un requiem commissionato dal festival di Saint-Denis. Una musica al servizio di una visione del mondo che rifiuta senza ambiguità ogni tipo di ripiegamento identitario e la cui filosofia potrebbe essere riassunta in questo bellissimo aforisma di René Char: "I raccolti più puri sono seminati in un terreno che non esiste; non conoscono la gratitudine perché devono solo alla primavera".
Jean-Claude Acquaviva - seconda
François Aragni - seconda/bassu
Jean-Do Bianco - seconda
Petr’Antò Casta - seconda/bassu
Paul Giansily - terza
Maxime Vuillamier - bassu
© Errichetta Festival 2024